Continuerà fino al 7 marzo il confronto interlaboratorio Ispra/Snpa sulla misura delle polveri sottili. Scopo di questa sessione di controllo incrociato con le altre Agenzie è quello di confrontare i dati di particolato atmosferico misurati con il metodo gravimetrico per valutare eventuali discrepanze.
Iniziato lo scorso gennaio a Castel Romano, presso i laboratori dell’Ispra alle porte di Roma, il confronto per la misurazione del PM10 e PM2,5 nell’atmosfera. Dal 25 gennaio al 7 marzo il Laboratorio nazionale di riferimento di Ispra e le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e provinciali raffronteranno le strumentazioni per la misura del particolato atmosferico conformi al metodo di riferimento fissato dal D.Lgs. n.155/2010 e s.m.i. di recepimento della Direttiva 2008/50/CE.
Obiettivo di questa sessione di interconfronto (denominato IC060) è comparare i dati di misura del particolato atmosferico con il metodo gravimetrico per valutare eventuali discrepanze e verificare l’efficacia delle procedure di qualità (QA/QC) definite dalla normativa. Rispetto agli ultimi confronti del 2019 e 2020 sulle polveri, questa volta si valuteranno anche le misure di caratterizzazione chimica (metalli ed IPA) del particolato atmosferico.
La valutazione delle prestazioni consente ai partecipanti di verificare l’affidabilità dei dati di misura prodotti, di tenere sotto controllo le procedure di misura e di intraprendere, qualora il confronto evidenzi eventuali carenze strumentali o procedurali, le necessarie azioni di rimedio, nell’ottica di conseguire un miglioramento armonizzato sull’intero territorio nazionale delle prestazioni delle reti di monitoraggio ed assicurare la comparabilità dei dati di monitoraggio della qualità dell’aria a livello nazionale.
I risultati dello studio elaborati da ISPRA permetteranno quindi di verificare la comparabilità delle misure di PM10 e PM2,5 a livello nazionale effettuate con il metodo che verrà poi utilizzato dalle Agenzie per la verifica degli strumenti automatici installati nelle centraline con cui quotidianamente si effettua il monitoraggio della qualità dell’aria.
A sua volta, il Laboratorio nazionale di riferimento della qualità dell’aria di Ispra confronta e verifica periodicamente in apposite campagne di interconfronto il proprio metodo di misura con quello del Laboratorio di riferimento europeo (ERLAP) del Joint Research Centre della Commissione Europea risultando, sia per le misure di PM10 e PM2,5 che per gli inquinanti gassosi, sempre tra i migliori a livello europeo, come riportato nei rapporti del Joint Research Centre.
L’organizzazione di confronti interlaboratorio sulle diverse tipologie di misure ambientali rientra nell’ambito delle attività istituzionali dell’Ispra, finalizzate ad assicurare l’omogeneità delle attività di monitoraggio su tutto il territorio nazionale. In particolare, per quanto concerne le misure per la qualità dell’aria, il DM 4/2/2022 n.67 affida tale compito a Ispra che, con l’accreditamento ISO17025 per le misure di qualità dell’aria e quello ISO17043 per l’organizzazione dei circuiti interlaboratorio è individuato quale Laboratorio Nazionale di Riferimento per la qualità dell’aria.
Dopo il confronto sulle misure di ozono e ossidi di azoto del 2022 (IC-056), la realizzazione di quello in corso permette anche di ottemperare a quanto previsto dall’art.17 del D.Lgs. 155/2010 e s.m.i. e dal DM 26/1/2017 di recepimento della Direttiva 2015/1480/UE, che richiedono alle istituzioni che gestiscono le reti di monitoraggio di partecipare ai programmi di affidabilità e di assicurazione della qualità delle misure a livello nazionale organizzati da Ispra.