Valutazione dei rischi delle reti idriche interne degli edifici

Ph. Jean-Paul Jandrain/Pixabay

La Direttiva UE 2020/2184 affronta il tema della valutazione dei rischi delle reti idriche interne degli edifici, procedendo a specificare definizioni (art. 2), approccio alla sicurezza dell’acqua basato sul rischio (art. 7) e valutazione del rischio dei sistemi di distribuzione domestici (art. 10). Il lavoro svolto sul tema da un gruppo nominato dal Ministero della Salute e composto da esperti dello stesso Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Università Cattolica, dell’Ospedale San Raffaele e delle Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e di Napoli “Federico II” ha portato alla compilazione delle Linee Guida per la valutazione e la gestione del rischio per la sicurezza dell’acqua

Le definizioni secondo l’art. 2

Si considerano “acque destinate al consumo umano”:

  • tutte le acque trattate o non trattate, destinate a uso potabile, culinario o per la preparazione di cibi o per altri usi domestici in locali sia pubblici sia privati, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne o in bottiglie o contenitori, comprese le acque di sorgente;
  • tutte le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o sostanze destinati al consumo umano.

I “locali prioritari” sono gli immobili di grandi dimensioni non civili, con numerosi utenti, potenzialmente esposti ai rischi connessi all’acqua, facendo riferimento in particolare agli immobili di grandi dimensioni per uso pubblico, come individuati dagli Stati membri.

Il “sistema di distribuzione domestico” comprende invece le condutture, i raccordi e le apparecchiature installati fra i rubinetti normalmente utilizzati per le acque destinate al consumo umano in locali sia pubblici sia privati e la rete di distribuzione nel caso in cui per essi, secondo la pertinente legislazione nazionale, non sia responsabile il fornitore dell’acqua in quanto tale.

L’iter di valutazione in un approccio alla sicurezza dell’acqua basato sul rischio

L’art. 7 della direttiva indica gli elementi da valutare in un approccio alla sicurezza dell’acqua basato sul rischio, quali il rischio e la gestione dei bacini idrografici per i punti di estrazione delle acque destinate al consumo umano, la gestione del rischio di ciascun sistema di fornitura che includa l’estrazione, il trattamento, lo stoccaggio e la distribuzione delle acque destinate al consumo umano fino al punto di erogazione, il rischio dei sistemi di distribuzione domestici.

L’art. 10 illustra invece la procedura di valutazione del rischio dei sistemi di distribuzione domestici: in tal caso si procede a un’analisi generale dei rischi potenziali associati ai sistemi di distribuzione domestici e ai relativi prodotti e materiali, così da determinare se tali rischi potenziali pregiudichino la qualità dell’acqua nel punto in cui fuoriesce dai rubinetti comunemente utilizzati per il consumo umano (a prescindere dall’analisi dei singoli beni immobili). L’allegato I, parte D, illustra inoltre i parametri di controllo nei locali in cui sono stati individuati rischi specifici per la qualità dell’acqua e la salute umana.

L’azione del Gruppo di lavoro sulla sicurezza dell’acqua nei sistemi di distribuzione
L’elaborazione delle Linee Guida per la valutazione e la gestione del rischio per la sicurezza dell’acqua ha previsto una prima attività di definizione di criteri e metodi di analisi del rischio, condotta da un core-group multidisciplinare di esperti in prevenzione sanitaria e impiantistica. In una seconda fase, si sono tenute discussioni con esperti di associazioni professionali e stakeholder per garantire l’applicabilità e la sostenibilità delle misure di gestione raccomandate. Scopi delle linee guida sono identificare i locali prioritari interessati, fornire conoscenze e strumenti operativi per la valutazione e la gestione del rischio dei sistemi di distribuzione dell’acqua indoor, fornire supporto per lo sviluppo di documenti di formazione per il personale e per l’educazione dei consumatori, fornire supporto al Gestore Idrico della Distribuzione Interna (GIDI), che si identifica con il proprietario, il titolare, l’amministratore, il direttore o qualsiasi persona, anche delegata o a contratto, responsabile (con poteri decisionali indipendenti e delega di spesa) del sistema di distribuzione idrica interno ai locali pubblici e privati, situati tra il rubinetto e il punto di distribuzione della rete.

I punti di interesse
• Normativa, scopo, destinatari e campo di applicazione delle linee guida
• Nomenclatura e definizioni
• Norme di riferimento e letteratura fondamentale
• Valutazione e gestione dei rischi in base alla Direttiva (UE) 2020/2184 e identificazione degli edifici prioritari
• Piano di sicurezza dell’acqua per edifici in classe A
• Piano di autocontrollo igienico degli impianti idrici interni per edifici e navi in classe B-C
• Piani di verifica igienico-sanitaria degli impianti idrici interni per edifici in classe D
• Raccomandazioni per edifici non prioritari in classe E
• Idoneità per edifici non prioritari in classe E
• Idoneità di materiali, oggetti, reagenti e mezzi di filtrazione/trattamento a contatto con le acque
• Formazione e qualifica in materia igienico-sanitaria dei soggetti installatori e manutentori e dei gestori delle reti di distribuzione interne a edifici e navi, integrata con le disposizioni del DM 37/2008
• Sorveglianza epidemiologica
• Informazione e comunicazione
• Piombo
• Descrizione dei sistemi idrici e principali elementi di calcolo dimensionali delle reti idrauliche
• Pericoli di natura biologica potenzialmente associati all’acqua distribuita negli edifici in impianti igienicamente inadeguati
• Analisi generale di rischio associata alla presenza di materiali visibili e sedimentabili veicolati con l’acqua (“sabbie”)
• Illustrazione del case-study Struttura Universitaria