Il segno dell’efficienza

The SignUn nuovo complesso per uffici frutto di un percorso progettuale integrato, che mette a sistema spazi interni piacevoli e flessibili, inondati dalla luce naturale, con soluzioni impiantistiche mirate alla massima sostenibilità energetica.

Da più di 15 anni, la città di Milano e molti comuni della prima cerchia sono interessati da un processo di potenziamento e ri-localizzazione delle funzioni terziarie, che coinvolge principalmente aree dismesse o sottoutilizzate situate sia nel tessuto costruito novecentesco circostante il centro storico, sia nelle zone più periferiche.

L’idea alla base di questo rinnovato fervore urbanistico è il concetto di “mixed-use development”, che coinvolge aree di grande superficie anche non contigue fra loro, nelle quali – oltre al recupero di alcuni edifici storici dalla valenza simbolica – si realizzano nuovi interventi a destinazione mista (direzionale, commerciale, residenziale, culturale, ecc.), circondati da zone a verde pubblico.

Collegate da nuove strade che ricuciono il tessuto viario, le nuove costruzioni sono caratterizzate da soluzioni costruttive allo stato dell’arte anche per quanto attiene le tecnologie impiantistiche, finalizzate al rispetto di requisiti stringenti dal punto di vista energetico e prestazionale. The Sign è un esempio significativo di questo modello di “densificazione” della città novecentesca.

Sito, architettura, funzioni

The Sign
Clicca per visualizzare i protagonisti dell’impianto

Promosso da Covivio, questo progetto di rigenerazione urbana ha trasformato un’ex area industriale, risalente agli anni ‘50, in un esclusivo centro direzionale.

La posizione dell’area d’intervento è particolarmente felice: prossima al distretto del design dell’area sud-ovest di Milano, sorge a pochi passi da uno dei principali hub dei trasporti metropolitani ed è facilmente accessibile dalle direttrici viabilistiche extraurbane.

Curata da Progetto CMR, l’architettura di The Sign propone tre edifici a torre dall’immagine omogenea, liberamente disposti lungo il fronte dell’isolato rivolto verso il limitrofo campus universitario, collegati al piede da una grande piazza pedonale delimitata da giardini e filari alberati, con l’intento di rendere l’insediamento accessibile e permeabile.

L’insediamento è composto da 3 edifici per uffici (superficie utile GLA circa 27.100 m2):

  • A (9 piani fuori terra) e B (11 piani f.t.), con asse principale orientato in direzione nord-ovest/sud-est;
  • C (3 piani f.t.), con asse nord-est/sud-ovest, allineato alla strada lungo la quale si aprono gli accessi pedonali e veicolari.

I livelli ipogei degli edifici sono collegati fra loro dall’autorimessa e accolgono spogliatoi, aree fitness, depositi, locali di servizio (raccolta rifiuti, ecc.) e tecnici (cabina di trasformazione, centrali idrico-sanitaria e ventilazione meccanica, contatori, consegna rete telefonica, UPS parti comuni, control room, ecc.) dedicati ai singoli edifici.

Al piano terreno, ogni fabbricato dispone di hall d’ingresso a doppia altezza – nel caso degli ed. A e B, le hall fronteggiano ai lati della piazza – che distribuisce anche alcune aree commerciali, uffici e locali di supporto. Tutti gli altri livelli in elevazione sono occupati da spazi per uffici, singoli e in open space.

In tutti gli edifici, l’assetto dei percorsi interni gravita attorno al core, composto dai nodi della circolazione verticale e da locali di supporto (sale riunione, locale relax, locale fotocopie, servizi igienici). I piani in copertura ospitano aree tecniche scoperte (generatori termofrigoriferi) e gli impianti fotovoltaici (complessivamente 77,72 kWp).

L’immagine architettonica è di chiara matrice contemporanea. L’involucro verticale è composto da una facciata a cellule (telai in alluminio a taglio termico, con vetrocamere a tripla lastra alternate a pannelli spandrel in lamiera dorata), disposte secondo piani leggermente disallineati.

La scansione irregolare dei componenti della facciata realizza prospetti sempre diversi, caratterizzati da sequenze dinamiche di pieni e vuoti marcate da fasce mediane completamente trasparenti – segno distintivo dell’intero insediamento – che prendono origine dagli ingressi principali. La varietà iconica dei prospetti trova riscontro nella marcata flessibilità degli ambienti interni, concepiti per attività dinamiche e in continua evoluzione.

La parola al progettista

The Sign
Ing. Guido Davoglio, Tekser

«I primi studi per The Sign risalgono a oltre 10 anni fa – afferma l’ing. Guido Davoglio, socio e Direttore tecnico di Tekser – ma solo nel 2017 abbiamo iniziato a sviluppare il progetto secondo modalità di strettissima integrazione delle diverse competenze professionali, per conseguire le migliori prestazioni del sistema edificio-impianto, in particolare in tema di climatizzazione estiva e invernale e di illuminazione artificiale.
L’impossibilità di usare la geotermia, a causa dei vincoli esistenti sull’area d’intervento, ha imposto il ricorso alla sorgente aerotermica, utilizzando gruppi polivalenti particolarmente performanti.

Il ricorso a terminali radianti pensili, con superfici a vista in cartongesso, si inserisce nella ricerca di soluzioni costruttive in grado di donare agli ambienti un’immagine domestica, assieme ad altri materiali e finiture. Questa scelta ha comportato una serie di ripercussioni sul progetto, fra cui la necessità di operare con temperature del fluido, nel periodo estivo, più basse rispetto a un impianto con moduli radianti metallici, e di incrementare le portate dell’aria di ricambio, per quanto possibile, ai fini del miglior controllo soprattutto dei carichi latenti.

Per massimizzare la superficie radiante disponibile, tutti i corpi illuminanti sono sospesi invece che incassati, perciò la loro posizione è stata studiata tenendo conto del tracciato delle serpentine a soffitto. Allo stesso modo abbiamo dovuto coordinare la posizione dei ventilconvettori e dei dispositivi di controllo e regolazione locali, in modo da mantenere la necessaria flessibilità agli spazi per uffici.

Assieme a numerosi altri accorgimenti tecnici abbiamo conseguito un esito decisamente significativo, che coniuga efficienza energetica e comfort, decisamente superiore rispetto ai requisiti normativi al punto che il committente ha ottenere la premialità prevista dal “decreto rinnovabili”, pari al 5% di volumetria aggiuntiva a fronte dell’incremento significativo della copertura del fabbisogno energetico mediante fonti rinnovabili».

Aspetti generali del progetto impiantistico

Tekser ha sviluppato il progetto degli impianti termomeccanici ed elettrici-speciali. La massima efficienza del sistema edificio-impianto, assieme alla qualità e al comfort degli ambienti interni, distinguono l’approccio progettuale per The Sign, sviluppato applicando il paradigma dell’integrazione delle diverse competenze professionali e secondo i requisiti del protocollo di certificazione ambientale LEED, con l’obiettivo di ottenere il rating Platinum.

The Sign
Certificato LEED Platinum, The Sign è un NZEB a impatto locale zero, approvvigionata da fonti rinnovabili e da esterne certificate “100% green”

I tre edifici sono NZEB in classe energetica A, a zero emissioni locali. Per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, l’energia non autoprodotta è approvvigionata da fonti esterne certificate “100% green”. The Sign ha inoltre ricevuto il BiodiverCity Label, livello Good, riconoscimento assegnato da IBPC International Biodiversity & Property Council agli interventi che tengono in particolare conto la salvaguardia della biodiversità.

L’attenta progettazione dell’involucro edilizio ha permesso il drastico contenimento degli scambi energetici con l’esterno, favorendo l’integrazione architettonica dell’impianto di climatizzazione degli uffici – in particolare delle superfici radianti, solidali ai soffitti in lastre di cartongesso, e dell’impianto di ventilazione meccanica con recupero del calore, a garanzia del benessere degli utenti e della qualità dell’aria indoor.

I fluidi termovettori sono prodotti da un evoluto impianto in pompa di calore, che realizza la copertura da fonte rinnovabile aerotermica superiore al 65% del fabbisogno energetico annuo, per la climatizzazione invernale ed estiva e per la produzione di ACS. I campi fotovoltaici sulle coperture contribuiscono inoltre alla copertura parziale del fabbisogno di elettricità, mediante fonte solare.

I sistemi di controllo e gestione degli spazi di lavoro restituiscono adeguate condizioni di comfort anche per quanto attiene l’illuminazione artificiale, regolata automaticamente in funzione dell’occupazione e del contributo della luce naturale, conseguendo ulteriori risparmi economici. La solida infrastruttura digitale fornisce la necessaria flessibilità futura per la futura implementazione di nuove funzioni e tecnologie.

Il sistema BACS di classe A è di tipo aperto, flessibile ed espandibile: provvede all’automazione e supervisione integrate di tutti gli impianti tecnologici, il controllo e la gestione degli ambienti e degli impianti elettrici, speciali e di sicurezza. L’architettura distribuita IP dispone di controllori liberamente dedicati, con interfacce in M-bus e Mod-bus per gli analizzatori di rete.

L’involucro edilizio è composto da una facciata a cellule in alluminio a taglio termico, con vetrocamere a tripla lastra alternate a pannelli spandrel in lamiera dorata

Produzione del calore

In tutti gli edifici, i fluidi termovettori sono prodotti da coppie di gruppi polivalenti condensati ad aria, del tipo a elevate prestazioni (recupero totale dell’energia termica) ed equipaggiati da compressori a vite con inverter e ventilatori EC. I gruppi polivalenti sono installati sulle coperture piane.

Nell’ed. A (destinato a un unico tenant) i generatori termofrigoriferi (ciascuno: 415 kWt; 600kWf) producono acqua a 40÷35 °C e a 7÷13 °C. Negli edifici B e C (anch’essi destinati a un unico tenant), i gruppi polivalenti (ciascuno: 605 kWt; 777 kWf) producono acqua a 41÷34 °C e a 7÷14 °C, stoccata in serbatoi inerziali (2.000 l ciascuno) per l’accumulo caldo e refrigerato a monte dei collettori di distribuzione. Durante l’intero arco dell’anno, i generatori alimentano il rispettivo kit idronico a bordo, per la produzione dell’ACS.

La produzione dei fluidi termovettori è affidata a gruppi frigoriferi polivalenti aria/acqua, situati sulle coperture piane di ogni singolo edificio

La gestione delle centrali, compresi i gruppi di spinta dei circuiti secondari, è affidata al controllore digitale dei gruppi polivalenti interfacciato al sistema di supervisione dell’edificio, che incorpora le funzioni di misura, verifica, controllo e ottimizzazione di tutti gli apparecchi.

Data la prossimità con la rete urbana del teleriscaldamento, è stata realizzata una centrale predisposta per l’allacciamento di tutti gli edifici. La rete TLR è attestata su una centrale termoelettrica (93,1 MWt; 19,2 MWe) che utilizza 6 cogeneratori, 7 caldaie (4 da 15 MWt e 3 da 12 MWt), 1 pompa di calore (15 MWt) e 3 serbatoi di accumulo termico (200 m3).

Distribuzione dei fluidi

Alimentati da opportuni gruppi di spinta installati al piano interrato, i circuiti secondari dell’acqua calda e refrigerata sono realizzati in acciaio nero senza saldatura, oppure in acciaio di tipo pressfitting.

I circuiti sono tutti a portata variabile, a spillamento, con controllo della temperatura di mandata per evitare fenomeni di condensa superficiale nel regime estivo. I by-pass inseriti tra i collettori di mandata e ritorno di ciascun fluido termovettore sono equipaggiati con misuratori di portata e con filtri defangatori automatici di tipo magnetico, in parallelo, per consentire la filtrazione continua. Tutti i circuiti sono dotati di apparecchi per il reintegro e l’espansione.

In tutti gli edifici, i fluidi termovettori sono inviati:

  • in inverno, ai circuiti diretti alle batterie calde delle UTA e di post-riscaldamento, ai ventilconvettori (con compensazione climatica), ai soffitti e pavimenti radianti (34÷32 °C);
  • in estate, ai circuiti diretti alle batterie fredde delle UTA, ai ventilconvettori e ai soffitti radianti (13÷15 °C).

Ogni stacco per le superfici radianti e per le batterie dei terminali in ambiente (ventinconvettori, post-riscaldamento) dispone di valvola di intercettazione (andata e ritorno) e di valvola a 6 vie di commutazione.

Gli stacchi degli impianti radianti sono dotati di valvole di bilanciamento idraulico dinamico, mentre quelli dei terminali sono dotati di valvole di regolazione modulante PIBCV, per il bilanciamento idraulico dinamico e la regolazione automatica a 2 vie. Per assicurare la circolazione di una minima portata dei fluidi e ridurre i tempi di risposta dell’impianto, a fondo linea sono inoltre presenti valvole di by-pass differenziale.

CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO AERAULICO
In estate, l’aria ripresa dalle UTA è pre-trattata mediante raffreddamento adiabatico indiretto, per incrementare la potenza scambiata e ridurre il carico sulla batteria fredda

Le UTA in dotazione a ciascuno degli edifici sono alloggiate negli spazi tecnici al piano interrato: nell’ed. A si tratta di 6 unità (4 per uffici dal piano secondo all’ultimo, 1 per hall, 1 per aree commerciali e sale riunione ai piani terreno e primo); nell’ed. B sono in funzione 4 unità (2 per uffici, 1 per hall, 1 per aree commerciali e sale riunione); nell’ed. C si trovano 3 UTA (2 per uffici, 1 per hall).

In generale, l’aria esterna di ricambio igienico è convogliata in un recuperatore di calore e in un sistema filtrante a doppio stadio. In inverno l’aria è poi pre-riscaldata, umidificata e post-riscaldata per l’immissione in ambiente (in condizione neutre o leggermente sotto-raffredata). In estate, l’aria è raffreddata e deumidificata.

L’aria ripresa è pre-trattata mediante raffreddamento adiabatico indiretto, incrementando così la potenza scambiata nello scambiatore di calore e riducendo il carico sulla batteria fredda. I ventilatori sono del tipo a velocità variabile con inverter, comandati dal sistema di controllo della portata che opera un monitoraggio continuo.

Tutte le UTA per gli spazi a uffici dispongono di recuperatore di calore a flussi incrociati e di umidificatore adiabatico a pacco evaporante. Le UTA al servizio delle halls d’ingresso sono invece equipaggiate con recuperatore di calore entalpico rotativo e di umidificatore a elettrodi. Ecco le portate complessive dell’aria per ciascun edificio:

  • mandata 60.200 m3/h, ripresa 49.100 m3/h (ed. A);
  • mandata 76.870 m3/h, ripresa 60.250 m3/h (ed. B);
  • mandata 34.840 m3/h, ripresa 28.860 m3/h (ed. C).

Le canalizzazioni aerauliche (classe di tenuta minima B) sono articolate in montanti separate per i semipiani, con serrande motorizzate sugli stacchi di piano, realizzate con:

  • canali preisolati (pannelli sandwich con strato di alluminio liscio all’interno e goffrato all’esterno);
  • lamiera d’acciaio zincato coibentata.

A valle dei silenziatori e fino al perimetro del locale è previsto un rivestimento acustico e i condotti flessibili all’interno degli ambienti sono del tipo fonoassorbente.

Nelle aree comuni, le canalizzazioni a vista sono in lamiera metallica microforata, a sezione circolare, del tipo ad alta induzione. Negli uffici, l’aria è immessa da diffusori lineari con stacchi dotati di serranda autoregolante, che consente la ri-taratura in funzione della configurazione spazio-funzionale. La ripresa avviene in parte attraverso i servizi igienici, in parte per esfiltrazione grazie alla sotto-pressione creata nei corridoi.

Climatizzazione degli uffici

Indipendentemente dalle diverse configurazioni spazio-funzionali, tutti gli ambienti per uffici, sale riunioni e sale ristoro sono climatizzati da impianti misti a 4 tubi, con soffitti radianti – realizzati mediante lastre in cartongesso con serpentine preinstallate – e aria primaria.

Tutti gli ambienti per uffici, sale riunioni e sale ristoro sono climatizzati da impianti misti a 4 tubi, con soffitti radianti in lastre di cartongesso, aria primaria e ventilconvettori integrativi

Per erogare il fluido più appropriato alle condizioni interne, ogni 2 moduli di facciata sono installate valvole a 6 vie che provvedono alla commutazione automatica di zona delle serpentine a soffitto. Sul fronte della flessibilità spazio-funzionale, a valle delle valvole è presente prevista una rete secondaria di distribuzione, che permette di collegare fino a tre moduli sotto una singola valvola.

Gli ambienti caratterizzati da un elevato carico d’irraggiamento dispongono anche di ventilconvettori integrativi a tutto ricircolo, con motori brushless e regolazione continua con inverter, incassati nei controsoffitti lungo le pareti perimetrali. Il loro collegamento alla rete a 4 tubi con relativa valvola a 6 vie permette l’impiego dei ventilconvettori anche per accelerare la messa a regime nel periodo invernale.

I locali tecnici per gli armadi rack di piano sono serviti da ventilconvettori alimentati autonomamente, mentre nei locali elettrici con presenza di soccorritori d’emergenza sono presenti estrazioni localizzate. In caso di inserimento di un ced, sono stati inoltre predisposti percorsi per la risalita delle tubazioni dalle centrali di pompaggio, utili per l’allacciamento ad apparecchi aggiuntivi a espansione diretta.

Gli impianti sono stati consegnati completi, per le parti a soffitto (climatizzazione, illuminazione, rilevazione fumi, EVAC), e in configurazione “core & shell”, per le parti a pavimento (forza motrice e cablaggio strutturato per le postazioni di lavoro). I singoli tenant hanno poi effettuato le rispettive personalizzazioni in funzione del nuovo assetto spazio-funzionale degli ambienti.

Altre tipologie impiantistiche

Le halls e le sale conferenza al piano terra sono climatizzate con un impianto a tutt’aria a parziale ricircolo, con regolazione del funzionamento in funzione dell’affollamento grazie alle cassette VAV dotate di batterie di post-riscaldamento, poste sulle reti di mandata e di ripresa, e con possibilità di operare in free cooling.

La diffusione dell’aria avviene tramite bocchette lineari, ad alta induzione, e la ripresa è affidata sempre a bocchette lineari. Per evitare la stratificazione invernale, nelle halls a doppia altezza è d’ingresso sono previsti ventilconvettori posti sopra gli accessi, che creano una lama d’aria.

Per effetto dei maggiori affollamenti potenziali e dei maggiori carichi termici, le aree comuni ai piani terreno e primo (biblioteche, aree ristoro, spazi commerciali, ecc.) dispongono di un impianto misto, con ventilconvettori canalizzati e aria primaria con portate d’aria incrementate, in grado di fronteggiare fabbisogni frigoriferi maggiori e rendere più rapida la messa a regime.

I ventilconvettori sono installati ogni due moduli di facciata, ma il loro dimensionamento e la previsione dell’inserimento di un terzo canale flessibile permettono la copertura del carico termofrigorifero di tre moduli. La mandata e la ripresa dell’aria sono affidate a bocchette lineari collegate al plenum del terminale, anche in questo caso con stacchi dotati di serranda autoregolante e possibilità di ritaratura manuale.

Anche gli spazi per il fitness sono dotati di impianto misto ad aria primaria (trattata dalla UTA delle aree comuni) più ventilconvettori canalizzati; i relativi spogliatoi sono serviti da uno stacco dedicato completo di batteria di postriscaldamento e radiatori a piastre. Gli altri spogliatoi ricevono invece aria esterna, trattata da un recuperatore di calore completo di batterie idroniche, e sono dotati di radiatori.

La ventilazione dei locali di servizio e tecnici è assicurata dall’impianto di estrazione fumi e calore, che garantisce 3 vol/h di ricambio continuo. Nelle control room sono previsti anche ventilconvettori di tipo pensile, alimentati dalle reti di climatizzazione, mentre i locali tecnici elettrici sono serviti da impianti a espansione diretta.

Ove necessario, i servizi igienici sono equipaggiati con piastre radianti idonee al funzionamento a bassa temperatura. Le condizioni termoigrometriche non sono controllare nelle aree di sbarco degli elevatori, nei disimpegni e negli altri spazi di servizio.

L’impianto idrico-sanitario

Una preautoclave abbinata a un gruppo di pressurizzazione idrica a portata variabile provvede all’alimentazione degli ed. A e B, mentre per l’ed. C la pressione dell’acquedotto è sufficiente. L’acqua potabile è distribuita direttamente alle utenze e al bollitore per la produzione dell’ACS, oppure inviata:

  • al sistema di addolcimento automatico, per il trattamento in vista della produzione dell’ACS;
  • al condizionamento chimico per gli usi di processo.

Lo scambiatore di calore del bollitore è alimentato con l’acqua calda a bassa temperatura prodotta dai gruppi polivalenti, previo innalzamento della temperatura mediante una pompa di calore di secondo stadio. Per l’ACS sono previsti trattamenti anti-legionella di tipo termico e chimico. La rete duale al servizio delle cassette di risciacquo è attestata su una vasca di raccolta, alimentata sia dalla rete di drenaggio delle acque di precipitazione, sia dall’acquedotto. L’acqua recuperata è sottoposta a un doppio dosaggio chimico protettivo, in vasca e prima della distribuzione alle cassette, e alla filtrazione con chiarificatore.

Le reti di distribuzione sono realizzate in acciaio zincato coibentato. Ai fini del contenimento dei consumi, nei servizi igienici sono installate cassette a doppio pulsante e rubinetteria con funzionamento temporizzato/elettronico e aeratori sugli erogatori. Le reti di scarico verticali sono realizzate con tubazioni insonorizzate in polietilene alta densità, complete di ventilazione primaria parallela e secondaria con esalatore posto in sommità, e in ghisa per i tratti sub-orizzontali al piano interrato.

Impianti per la sicurezza

La protezione antincendio dell’intero insediamento è demandata a un impianto misto, del tipo:

  • a naspi UNI 25 (360 l/s) e idranti UNI 70 (1.800 l/min), con autonomia di 120 minuti, per gli uffici e i depositi;
  • a idranti UNI 45 (360 l/s) e UNI 70 (1.200 l/min), con autonomia di 90 minuti, per l’autorimessa;
  • sprinkler a secco (classe di rischio OH2), con autonomia di 90 minuti, per l’autorimessa e la centrale antincendio;
  • sprinkler a umido (classe di rischio HHS), con autonomia di 90 minuti, per i depositi che possono contenere materiale combustibile.

Equipaggiata con un gruppo di pressurizzazione preassemblato (motopompa ed elettropompa da 180 m3/h, prevalenza 10 bar, più elettropompa di compenso), in esecuzione sotto battente, la centrale antincendio unica è attesta su una vasca di riserva di 270 m3, alimentata dall’acquedotto.

Grazie a ventilatori assiali certificati per il funzionamento a 400 °C per 2 ore, l’impianto di estrazione meccanica al servizio di depositi e locali tecnici situati al piano interrato è in grado di:

  • effettuare 3 vol/h di ricambio continuo dell’aria dai locali non areati;
  • evacuare 12 vol/h di fumi, in caso d’incendio.

Ogni edificio è inoltre servito da impianti di pressurizzazione per:

  • i vani scale, attestati su unità ventilanti F400 e forniti di griglie di espulsione ogni 3 piani, che si attiva con contestuale inibizione del transito dell’aria verso le UTA;
  • i filtri a prova di fumo, con pressurizzatori dedicati.

L’autorimessa, infine, dispone di un proprio impianto di ventilazione ordinaria, per la diluizione degli inquinati, e ad alta velocità, per le situazioni di emergenza.