Sostenibilità ambientale, caldaie Biasi 100% Plastic Free

caldaieTutti i prodotti non vedono l’utilizzo di plastica, che è stata eliminata dagli imballi e anche i gruppi per la produzione di acqua calda sanitaria sono tornati in ottone

Biasi, azienda italiana che da oltre 80 anni opera nel settore del riscaldamento offrendo soluzioni per il comfort nel settore domestico e professionale, punta alla sostenibilità ambientale come asset per il 2021.

Per Biasi, raggiungere questo traguardo significa ricercare, nel lavoro di ogni giorno, soluzioni innovative per abbattere i consumi energetici, rispettare l’ambiente e investire nei sistemi integrati che utilizzano le energie rinnovabili per progetti ecosostenibili.

Le caldaie Biasi infatti, oltre ad essere efficienti e tecnologicamente all’avanguardia, sono 100% plastic-free.

Nell’ottica del rispetto dell’ambiente, tutti i prodotti non vedono l’utilizzo di plastica, che è stata eliminata dagli imballi e anche i gruppi per la produzione di acqua calda sanitaria sono tornati in ottone, su tutti i nuovi modelli.

Il percorso di deplastificazione degli imballaggi delle caldaie e di tutta la gamma è iniziato nel 2019 con l’introduzione del nuovo modello di caldaia Basica DGT R Nox, una caldaia a condensazione a basso Nox imballata non più con i classici gusci di polistirolo, ma con cartone riciclato.

Grazie a questa visione sostenibile, nel 2019, Biasi ha raggiunto una riduzione di plastica su tutte le caldaie a condensazione vendute in Italia (circa 39.000 pezzi) pari a 111 Tonnellate.

Questa quantità di plastica è stata sostituita in gran parte da acciaio, ottone e cartone appunto, che ha maggior possibilità di riciclo con un impatto anche sulla riduzione di emissioni di CO2.

L’azienda ha inoltre studiato un nuovo gruppo idraulico, da applicare su tutte le gamme di caldaie, non più in plastica caricata a fibre di vetro, molto difficile da smaltire, ma in ottone.

L’obiettivo del 2021 sarà quello di applicare la stessa riduzione di plastica anche sui modelli venduti all’estero (circa 30.000).

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