Da oggetto tutto sommato abbastanza anonimo, il termostato ha compiuto negli ultimi anni un notevole salto di qualità, trasformandosi da semplice esecutore di comandi, più o meno programmabile, in un gestore evoluto e quasi autonomo del benessere ambientale. Non solo, si è addirittura rivelato un fenomeno per design e marketing, conquistando l’attenzione degli utenti come se si trattasse di un prodotto elettronico di consumo d’alta classe. In pratica, una specie di rivoluzione copernicana, dove il termostato si acquista on-line, si riceve a casa confezionato in un imballo lussuoso e si sostituisce al vecchio scatolotto in plastica appeso al muro. Quindi, si installa una apposita applicazione di gestione sul proprio smartphone, che dal quel momento potrà comunicare col dispositivo installato come interfaccia remota.
Il “termostato” (se così si può ancora definire) è in realtà un piccolo computer sempre collegato ad Internet tramite il router Wi-Fi casalingo o dell’ufficio, in grado non solo di comunicare con lo smartphone del proprietario, ma anche di scambiare informazioni con i server del costruttore e di ricevere aggiornamenti software, mentre sorveglia con i propri sensori l’ambiente circostante, imparando giorno per giorno a tenerne sotto controllo il microclima nel modo più efficiente possibile.
Il vero responsabile di questa piccola rivoluzione non è un’anonima azienda di consulenza marketing o un “think tank” di un grande costruttore, ma ha nome e cognome ben conosciuti, quelli di Tony Fadell, non a caso creatore per Apple del fenomeno IPod, un maestro nel trasformare degli oggetti semplicemente utili in “oggetti del desiderio”. Fadell, una volta creato l’IPod e dopo aver partecipato alla creazione dell’IPhone, lascia la Apple nel 2010 per fondare una sua azienda, Nest Labs, nata per sviluppare un’idea scaturita durante la ristrutturazione della propria nuova casa: non solo un termostato all’altezza di governare un moderno impianto di climatizzazione, ma un vero e proprio assistente personale, capace di ottimizzare i consumi di energia in base alle abitudini degli occupanti e di interagire con essi in modo semplice e accattivante, come un fidato ed esperto maggiordomo. Nest Labs ha lanciato sul mercato statunitense il suo primo modello di termostato nel 2011, creando subito un grande scalpore.
Dopo aver raggiunto un record da oltre un milione di unità vendute per anno, sul solo mercato statunitense, Nest Labs è entrata a far parte della galassia Google nel gennaio 2014, grazie ad un’acquisizione da 3,2 miliardi di dollari. Rimane comunque guidata dallo stesso management e libera di usare il proprio marchio in autonomia ma, con la grande “G” alle spalle, Nest potrebbe evolvere verso lidi persino difficili da comprendere allo stato attuale. In ogni caso, è previsto il rilascio di nuovi prodotti Nest orientati verso una maggiore integrazione con sistemi di sicurezza.
Il precursore
Il primo termostato Nest, nato per soddisfare le esigenze di una piccola nicchia di appassionati attenti all’ecologia ed ai gadget tecnologici, si trasforma ben presto in un fenomeno commerciale, mostrando chiaramente che non si tratta di un fenomeno passeggero. I grandi costruttori del settore HVAC, che avevano inizialmente snobbato il nuovo arrivato, cominciano presto a preoccuparsi: i loro uffici tecnici pensavano di avere inventato da tempo il termostato intelligente, semplicemente inserendo un microchip e molti tasti in più, ma non era esattamente così. Purtroppo, avevano solo reso più complicato un prodotto semplice, passando da una comune rotella a un computer con decine di menu e sottomenu, da programmare tramite un display di difficile lettura. In sostanza, un aggeggio da centinaia di euro che quasi nessun utente finale si prendeva la briga di gestire, accontentandosi dell’impostazione di default e rinunciando ad usufruire di tutte quelle funzioni che, sulla carta, avrebbero permesso di risparmiare energia e migliorare il comfort degli occupanti. Fadell, invece, aveva capito che le vere potenzialità dell’oggetto potevano essere liberate solo cambiando radicalmente la filosofia del rapporto con l’utente. Nest, sulla scia dell’impostazione Apple del rapporto tra umano e computer, avrebbe dovuto essere un dispositivo amichevole, semplice, attraente e comunicativo, il più possibile autonomo, con la sua intelligenza totalmente a servizio dell’utente e non viceversa.
Il nuovo prodotto di Nest, apparentemente, si presenta come un ritorno al passato, una semplice rotella per impostare la temperatura, anche se con un’estetica e un’ergonomia molto curata. Tuttavia, sotto il guscio minimale ed accattivante, questa volta c’è un computer che non si limita a monitorare la temperatura ambiente e a chiudere e aprire un contatto elettrico, ma che, soprattutto, tiene d’occhio e annota le abitudini degli umani nelle sue vicinanze, giorno per giorno. In questo modo, senza che nessuno debba intervenire, il termostato impara a governare il microclima in funzione del benessere quando l’ambiente è occupato ed in funzione del risparmio energetico quando l’ambiente è libero o durante il riposo notturno. Inoltre, il dispositivo è in grado di comunicare, sia a livello visivo con semplici cambiamenti cromatici del display, sia tramite una connessione Wi-Fi e un’applicazione installata su un qualsiasi smartphone o tablet. Se si è nell’ambiente, basta un semplice sguardo per capire lo stato di funzionamento, tramite il colore (nero in stand-by, arancione in riscaldamento e blu in raffreddamento, mentre una simpatica fogliolina verde appare in modalità di risparmio energetico). Oppure, per mezzo dello smartphone, è possibile tenere sotto controllo i parametri di temperatura ambientali presenti, passati e addirittura previsti, anche se ci si trova lontani dall’abitazione e, volendo, modificare la programmazione auto-appresa dal dispositivo se non ci soddisfa appieno. L’idea in sé era nell’aria da molto tempo, ma Nest Labs ha avuto il merito di concretizzarla in una forma vincente e di lanciarla con una formidabile operazione commerciale.
Gli sviluppi
Dopo il primo modello del 2011, il termostato intelligente di Nest si è rapidamente evoluto nell’hardware e soprattutto nel software, con nuove funzioni sempre più avanzate, adatte sia alla tipologia di impianti del mercato di origine, dove impera la filosofia del “tutto ad aria”, sia di altri mercati dove è maggiormente in uso la modalità idronica. Oggi Nest, al di là del semplice dispositivo in sé, è diventato un vero e proprio sistema, che si può comporre di numerosi apparecchi installati in ambienti differenti dell’edificio e capaci di interfacciarsi con molteplici tipologie d’impianto. Inoltre, la rete di sensori ambientali si è espansa ed evoluta, comprendendo anche rivelatori d’incendio, di gas e telecamere di sorveglianza. Esistono anche diversi apparecchi prodotti da terze parti che si possono integrare col sistema Nest, il che sta portando alla “gemmazione” di una nutrita serie di accessori complementari: ad esempio, alcune case automobilistiche offrono, in opzione sui propri mezzi, un dispositivo in grado di avvisare in anticipo il sistema in caso di rientro non programmato nell’abitazione, in modo da predisporre comunque il clima ideale; interfacce wireless aggiuntive possono essere collegate al sistema e occuparsi delle funzioni più disparate, dall’irrigazione del giardino al controllo della piscina o del tagliaerba robotizzato.
Nel software sono integrate diverse funzioni accessorie che dipendono dalla tipologia degli impianti asserviti, come la segnalazione della necessità di provvedere alla pulizia o alla sostituzione dei filtri per aria nelle unità di trattamento o altri interventi manutentivi importanti.
Dal punto di vista dei consumi energetici, le promesse del costruttore indicano dei possibili risparmi fino al 20-25% sul consuntivo annuale, riferiti però ad una realtà impiantistica come quella statunitense, comprendente riscaldamento e raffrescamento a tutta aria e che parte da una base di consumi elevati: nella realtà europea, che si va sperimentando da poco più di un anno su alcuni mercati selezionati, i risultati sembrano meno eclatanti ma comunque decisamente interessanti. Da tenere presente che, nella maggior parte dei casi, il termostato intelligente è attualmente compreso nel contratto di fornitura di molti concessionari energetici, con una base installata di milioni di esemplari, che comprende non solo Nest, ma un po’ tutti i costruttori che si sono progressivamente aggiunti. Questo significa che si sta raccogliendo un numero estremamente elevato di dati statistici, che viene utilmente impiegato per affinare il software di gestione e quindi incrementare il risparmio energetico ottenibile nelle più varie configurazioni.
Gli altri protagonisti
In un primo momento, i produttori del settore sono stati un po’ presi in contropiede ma, visto il rapido successo di Nest, le reazioni non si sono fatte attendere: proposti da colossi (Honeywell in testa) o da piccole aziende specializzate, sono ormai decine i modelli di termostati intelligenti presenti sul mercato. Nell’unione europea, dove Nest è arrivato con qualche anno di ritardo, hanno fatto in tempo a svilupparsi alcune start-up che hanno aperto anticipatamente il mercato, con dispositivi già molto evoluti (ad esempio con marchi come Tado e Hive). In Francia, Inghilterra e Germania i principali gestori energetici distribuiscono da tempo vari modelli di termostato intelligenti personalizzati per la propria clientela, mentre la vendita diretta agli utenti finali è ancora piuttosto ridotta rispetto alla realtà statunitense, dove il “fai da te” è decisamente più diffuso. In Italia, per ora, il fenomeno è ancora limitato ad una diffusione iniziale, con i dispositivi Tado e NetAtmo come apripista, già disponibili da qualche mese attraverso siti per la vendita diretta: tuttavia, presto tutti i marchi più importanti saranno ampiamente distribuiti anche da noi. Per rendersi conto del panorama disponibile, basta visitare gli store on-line di applicazioni per Android o IOS dedicate al controllo remoto dei termostati, dove sono già presenti diverse App in versione italiana. A testimoniare lo sviluppo di questo particolare segmento di mercato, si può anche notare l’ampia offerta di prodotti che arriva direttamente dalla Cina attraverso i portali Internet di vendita diretta, con veri e propri cloni di alcuni noti modelli, proprio come avviene per gli altri prodotti elettronici di grande consumo.
Tutti i dispositivi in commercio offrono all’incirca le stesse funzioni di base, ma ognuno cerca di distinguersi a suo modo, chi puntando sull’estetica, chi su varie funzioni accessorie o sull’integrazione con sistemi di gestione domotica già affermati. Prima di acquistarne uno in particolare, è meglio informarsi attentamente sui siti Internet dei vari costruttori, verificando soprattutto le liste di compatibilità che specificano i componenti d’impianto per i quali non esiste ancora garanzia di funzionamento ottimale.
Difetti e problemi in prospettiva
Anche in questo caso, come spesso avviene per le tecnologie innovative, non sono mancati diversi problemi iniziali. Molti utenti “pionieri” hanno segnalato vari inconvenienti di funzionamento a carico di un po’ tutti i modelli messi in commercio, specialmente dal punto di vista del corretto apprendimento delle abitudini degli occupanti e della stabilità delle connessioni Wi-Fi con le reti domestiche. Diversi problemi sono stati risolti con gli aggiornamenti dei software di gestione, ma permangono ancora delle imperfezioni e vi sono ancora diverse lamentele per il livello dell’assistenza post-vendita, che si trova spesso ad affrontare quesiti da parte di utenti inesperti alle prese con centinaia di modelli diversi di router Wi-Fi su cui settare collegamenti, per non parlare del corretto cablaggio di caldaie, pompe di calore, sistemi solari e così via, un insieme di difficoltà che può mettere in imbarazzo anche degli installatori di notevole esperienza. Insomma, dietro un’apparente semplicità si cela una realtà più complessa del previsto, che richiede la formazione di una rete di installazione e di assistenza specifica, con nuove e molteplici competenze. Inoltre, spesso non viene sottolineato un aspetto molto importante in fase di vendita diretta al consumatore, cioè che questi dispositivi sono installabili per ora solo su impianti di tipo autonomo e non sono adatti per interfacciarsi ad impianti centralizzati, un aspetto che ha frustrato le aspettative di molti possibili utenti.
Come segnalato da molti commentatori e come emerge dalle discussioni sui vari forum dedicati all’argomento, le perplessità maggiori su questi nuovi dispositivi non derivano tanto da aspetti tecnici o prestazionali, quanto da questioni legate alla privacy. Al di là di semplici dichiarazioni di riservatezza da parte dei vari costruttori (il cui rispetto nessuno è in grado per ora di verificare), chi può garantire in merito ad un possibile utilizzo improprio della mole di dati che questi dispositivi possono raccogliere sulle nostre abitudini e sulla nostra vita privata? Diversi modelli sono dotati di microcamere e microfoni, o sono collegabili ad accessori che ne sono equipaggiati, ed il tutto è perennemente connesso ad Internet e allo smartphone che abbiamo in tasca, a sua volta dotato di microfono, microcamera e GPS … Senza per questo volere dipingere scenari orwelliani alla Grande Fratello, forse è il caso di pretendere delle norme di tutela ben precise sul trattamento e l’accessibilità dei dati raccolti, prima di acquistare un termostato che potrebbe anche rivelarsi fin troppo “intelligente” per i nostri gusti. (articolo di Cristiano Vergani).
Approfondimenti su Internet
Cubodomo – IT – http://www.cubodomo.com/
Heat Genius – UK – http://www.heatgenius.co.uk/
Hive – UK (British gas) – https://www.hivehome.com/
Honeywell (gamma Wi-Fi Smart Thermostat) – US – http://wifithermostat.com
Nest – UK – https://nest.com/uk/
NetAtmo – IT – https://www.netatmo.com/it-IT/prodotto/thermostat
Tado – IT – https://www.tado.com/it/
SPARK – il termostato intelligente di pubblico dominio – http://blog.spark.io/2014/01/17/open-source-thermostat/
Nest e problemi di sicurezza dei dati – http://www.macitynet.it/jailbreak-di-nest/