Se l’amore per la terra alimenta la tecnologia

Energy Garden di KWBEsistono esperimenti simili, anche in Italia, ma non possono essere paragonati. In Toscana si trova da anni un sistema di filiera corta bosco-legno-energia, che mira a sviluppare una attività ben controllata per la produzione di biomasse. Ma l’esperimento messo a punto da Erwin Stubenschrott, fondatore dell’austriaca KWB, è unico in Europa, per le dimensioni del territorio e l’ampiezza degli esperimenti. Si tratta di un giardino energetico, primo in Europa, aperto nel 2010.

Nel giardino che circonda la sede di KWB, a St. Margarethen/Raab (Austria), si capisce che cosa significa biomassa. Si capisce che per una vera cultura della biomassa e per accrescere la tecnologia delle caldaie bisogna partire da un corretto uso del terreno. KWB prende in affitto la superficie del terreno, con un progetto che doveva ancora essere concepito in ogni sua parte. Solo con il tempo e la dedizione l’azienda ha potuto constatare il valore prezioso dell’esperimento. “Qui guardiamo la pianta in tutto il suo percorso di vita”, spiega Erwin Stubenschrott, “valutiamo le rotazioni migliori, ottimizziamo spazi e colture. Questi esperimenti sono serviti anche ad accrescere la cultura agricola locale”, spiega con orgoglio e con la passione di chi nella terra è nato: “abbiamo permesso agli agricoltori locali di allargare il loro sguardo, pensando a questi luoghi come capaci di ospitare colture diverse e non solo il mais”.

Colture diverse per usi diversi

Il giardino energetico appare come un boschetto arioso, molto vario per piante e arbusti. Non lo si nota affatto, se non viene illustrato da qualcuno del personale KWB, entusiasta per professione. “Il giardino energetico è diviso in diverse categorie”, spiega Stefanie Genser, marketing international di KWB, “alcune delle quali non sono neanche destinate alle caldaie a biomassa. Ad esempio le piante oleose come zucca, i cui resti sono destinati a impianti a biogas, non per pellet o come cibo proteico per animali. Coltiviamo canapa, lino, girasole, che non servono per gli impianti di KWB, tranne la canapa, che produce il pellet direttamente. La piccola agricoltura, qui, ha grandi difficoltà per sopravvivere e il nostro giardino vuole illustrare a loro come sfruttare il loro terreno, ad esempio con piante per legna da ardere”.

Legna per pellet, legna per il territorio

Nel giardino si sono riprodotte sette specie minacciate di estinzione. Si trovano alberi da legna per energia. In Italia il pioppo è usato per produrre carta, qui per energia, soprattutto per la sua qualità di legno a crescita rapida. Il suo ciclo di vita è diverso da quello del salice, che si lascia crescere per qualche anno e poi si taglia. Il pioppo invece si lascia per 15 anni e poi si ri-pianta. Quando viene tagliato, ricresce con più tronchetti, non uno solo. Nascono vantaggi anche per gli animali, si crea un vero e proprio ambiente in grado di accogliere nidi di uccelli, mentre i cavalli trovano ombra, protezione dal vento e da mangiare. “Abbiamo adibito uno spazio anche a superficie prativa”, continua Stefanie. “Oggi non si coltivano più prati come un tempo, ma noi vogliamo ricordare l’importanza del prato, anche se l’altitudine è notevole. Una volta il prato veniva tagliato e serviva soprattutto per nutrire gli animali. Ora noi lo utilizziamo anche per realizzare piccoli pellet con erba fresca unita a fieno, pressando l’erba fresca per togliere l’acqua”.

(Paolo Pogliani).

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