Una fotografia delle startup innovative italiane

Il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato la tredicesima edizione del rapporto trimestrale sull’andamento demografico e le prestazioni economiche delle startup innovative italiane. Il rapporto presenta una vasta gamma di dati statistici, rilevati attraverso la sezione dedicata del Registro delle Imprese. Ad esempio, la distribuzione geografica delle startup innovative, la loro collocazione settoriale, le dimensioni del fenomeno in termini di valore della produzione, capitale sottoscritto e forza lavoro espressa, e la redditività del capitale investito.

Rispetto alle precedenti – spiega il Ministero – quest’edizione dispone dei i dati sui bilanci 2016, che consentono di ottenere una fotografia aggiornata dei fondamentali economici.

Il 30 settembre 2017 risultavano iscritte 7.854 startup innovative, 460 in più rispetto a fine giugno. I dati dei bilanci 2016 attualmente disponibili coprono il 57,7% di questa popolazione: nei restanti casi l’impresa è stata costituita nel 2017, oppure i dati sul bilancio relativo all’esercizio 2016 non sono ancora stati acquisiti.

Il valore medio di produzione per startup nel 2016 è ora pari a circa 160 mila euro, 45mila euro in più rispetto alla media rilevata nel trimestre precedente (+39,5%). Tuttavia – sottolinea il Ministero – quest’ultimo valore si riferiva ai bilanci 2015, e risultava fortemente influenzato dalla progressiva perdita dello status di startup innovativa da parte di un numero consistente di imprese ormai “mature”, fenomeno già analizzato nelle precedenti edizioni di questo rapporto.

Il segnale più significativo del rafforzamento dimensionale delle startup innovative è dato quindi dal valore aggregato della produzione, che al 30 settembre scavalca il tetto dei 700 milioni di euro (726.121.752 euro): 312 milioni in più rispetto ai circa 414 milioni di euro (bilanci 2015) assommati dalle startup iscritte a fine giugno (+75,4%). L’aumento della popolazione complessiva delle startup, +6,2% rispetto a giugno – sostiene il Ministero – spiega solo in minima parte questa tendenza: è quindi evidente che, nel passaggio dai bilanci 2015 a quelli relativi all’esercizio 2016, si è assistito a un’importante accelerazione del percorso di crescita delle startup già iscritte.

Peculiarità delle startup innovative – conclude il Ministero – è una spiccata tendenza a investire, che si conferma anche con riferimento all’esercizio di bilancio 2016: il rapporto tra immobilizzazioni e attivo patrimoniale risulta infatti pari al 26,83%, ben 8 volte più elevato rispetto a quello ascrivibile alla media delle altre società di capitali italiane.