Nuova direttiva europea sui limiti di emissione

Global Warming RecordIl Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato la nuova direttiva sui limiti nazionali di emissione sulla base di una proposta della Commissione che fissa in Europa limiti più rigorosi per i cinque principali inquinanti.

Secondo la Commissione europea, la direttiva, che entrerà in vigore il prossimo 31 dicembre, permetterà, una volta pienamente attuata, di ridurre di circa il 50% gli effetti negativi sulla salute (malattie respiratorie, decessi prematuri) dovuti all’inquinamento atmosferico entro il 2030. La Commissione ritiene, inoltre, che sostanziali ricadute positive si avranno anche sulla qualità dell’acqua potabile, del suolo e degli ecosistemi e che le norme adottate contribuiranno a contrastare gli effetti delle particelle dannose che provocano i cambiamenti climatici, quali il particolato carbonioso.

Gli Stati membri devono recepire la direttiva nel diritto nazionale entro il 30 giugno 2018 e, entro il 2019, sono tenuti a presentare un programma di controllo dell’inquinamento atmosferico nazionale con misure finalizzate a garantire che le emissioni dei cinque principali inquinanti siano ridotte delle percentuali concordate entro il 2020 e 2030. Essi devono inoltre garantire il coordinamento con i piani adottati in ambiti quali i trasporti, l’agricoltura, l’energia e il clima. Tutto questo – sostiene la Commissione – richiederà certo investimenti, ma il loro costo sarà più che compensato dai benefici in termini di risparmi, soprattutto nel settore della sanità e grazie alla riduzione delle malattie professionali. La proposta della Commissione di un regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia, di recente pubblicazione, sottolinea l’importanza delle sinergie tra le politiche in materia di qualità dell’aria, clima ed energia e la nuova direttiva sui limiti nazionali di emissione.

La Commissione coopererà con gli Stati membri per assicurare una corretta applicazione della direttiva, ad esempio grazie all’istituzione di un nuovo forum “Aria pulita” entro il 2017, nel cui ambito i portatori di interessi potranno scambiarsi esperienze e buone pratiche. La Commissione faciliterà inoltre l’accesso agli strumenti di finanziamento dell’UE.

Infine, la direttiva aprirà la via alla ratifica della versione rivista del protocollo di Göteborg concordata a livello internazionale dagli Stati membri nel 2012 in sede di Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Nelle intenzioni della Commissione, ciò permetterà di ridurre l’inquinamento nei paesi dell’Europa orientale, del Caucaso e dell’Asia centrale a beneficio sia di tali paesi sia dei cittadini dell’UE esposti più direttamente all’inquinamento transfrontaliero.

La nuova direttiva – spiega la Commissione – fissa soglie massime annue di emissione per ciascun paese in relazione ai cinque principali inquinanti: particolato fine (PM2,5), anidride solforosa, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici e ammoniaca.

Gli impegni di riduzione per il 2020 sono identici a quelli già concordati a livello internazionale dagli Stati membri nel 2012 in sede di revisione del protocollo di Göteborg. Gli impegni assunti per il 2030 richiedono riduzioni delle emissioni molto più marcate, che contribuiranno ad abbassare l’inquinamento transfrontaliero e le concentrazioni di fondo in tutta l’Europa.

I due aspetti citati, come pure le sostanze pertinenti ai fini della politica sulla qualità dell’aria – conclude la Commissione – rivestono importanza anche per le politiche sul clima e l’energia. Ogni sforzo è stato prodigato per garantire uno stretto coordinamento tra le proposte in materia di qualità dell’aria e quelle finalizzate a conseguire gli obiettivi in materia di energia e gas a effetto serra.

Tutti i settori dovranno contribuire attivamente all’efficace attuazione della politica, compresi quelli che, come l’agricoltura, in passato hanno apportato un contributo minore alla riduzione delle emissioni. La Commissione intende operare di stretto concerto con gli Stati membri e portatori di interessi per assicurare il conseguimento dei benefici in campo ambientale e sanitario.