La qualità del fluido termovettore negli impianti solari

Spesso sottovalutato, il fluido termovettore svolge un ruolo essenziale per conseguire elevate efficienze negli impianti solari termici, ma soprattutto per mantenerle inalterate nel tempo.

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Il fluido termovettore è quella sostanza allo stato liquido o gassoso che, all’interno di un impianto, accumula l’energia termica prodotta da un generatore e la trasporta alle utenze collegate.

I fluidi termovettori devono quindi possedere tutte le caratteristiche essenziali per assicurare un buon accumulo ed un ottimo scambio termico, cioè:

– elevata densità;

– elevato calore specifico;

elevata conducibilità termica.

 

I pericoli del gelo, i fenomeni altrettanto insidiosi insiti nella stagnazione, se non risolti con altri metodi di tipo gestionale-impiantistico, unitamente alla necessità di prevenire incrostazioni e corrosioni, determinano precise proprietà del fluido termovettore, spesso diverse da impianto ad impianto.

Incrostazioni calcaree determinate dalla precipitazione dei carbonati di calcio e magnesio.
Incrostazioni calcaree determinate dalla precipitazione dei carbonati di calcio e magnesio.

Essendo tali aspetti molteplici e correlati tra loro, è opportuno ricorrere a specifici prodotti già pronti per essere immessi nei circuiti e contenenti efficaci protettivi, inibitori di corrosione e alcalinizzanti idonei ad evitare fenomeni incrostanti e corrosivi nel normale esercizio, nonché a neutralizzare l’acidità che si sviluppa soprattutto durante i fenomeni di stagnazione.

Si deve quindi evitare la creazione di miscele “fai da te” che, nel breve-medio periodo, possono produrre danneggiamenti anche rilevanti a importanti componenti degli impianti.

Liquidi inappropriati o non indicati per prolungati periodi di stagnazione, infatti, possono decomporsi anche dopo brevi periodi di utilizzo, creando fenomeni corrosivi e formando melme e morchie gelatinose, che riducono progressivamente la circolazione fino a bloccarla totalmente, a volte rendendo inutilizzabile l’intero impianto.

La manutenzione di un impianto solare termico, oltre a controllare periodicamente la qualità del fluido termovettore, dovrà prevederne la completa sostituzione ogni tre o quattro anni.
La manutenzione di un impianto solare termico, oltre a controllare periodicamente la qualità del fluido termovettore, dovrà prevederne la completa sostituzione ogni tre o quattro anni.

Come ogni altro impianto tecnologico, anche un impianto solare termico necessita di un adeguato programma di manutenzione periodica, al fine di mantenere nel tempo il corretto funzionamento e l’efficienza complessiva del sistema.

Un aspetto particolarmente rilevante è la verifica dello stato e della composizione del fluido termovettore, soprattutto in seguito a fasi di stagnazione che possano avere determinato una sua parziale o totale evaporazione.

Deve quindi essere verificata la percentuale di glicole antigelo presente nella miscela; successivamente deve essere misurata la sua acidità, che non dovrebbe mai scendere al di sotto di 6,6 per evitare azioni corrosive.

Considerato che, a causa delle notevoli escursioni termiche a cui è soggetta, la miscela di acqua e glicole propilenico all’interno di un impianto solare perde gradualmente le proprie prerogative antigelo ed anticorrosive, ogni tre – quatto anni è opportuno sostituire tutto il fluido.

di Giacomini Redondi